Agnese Spolverini
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A riot of tenderness

Prima di essere capsule collection, prima di essere contributo testuale per la mostra Pillows like Pillars del 2021, è stato un pensiero segnato sulle ultime pagine di un diario che ne conteneva molti, rimasti là. “Immagino una rivolta di tenerezza... (in inglese suona meglio) / A RIOT OF TENDERNESS” scrive Agnese Spolverini. Tenerezza che non è dolcezza, la dolcezza è distante, fredda e cortese, la tenerezza è contatto e presenza, è un corpo da strizzare e da abbracciare e con cui fare una rivoluzione. È l’invito timido a un’azione violenta, una ribellione senza forma, senza proclami e senza programma, ma non importa purché sia tenera. “In inglese suona meglio”, scrive l’artista, ed è vero, quante volte lo diciamo dei nostri pensieri. Agnese lascia entrambe le versioni sulla pagina e quella pagina diventa un poster, un poster “fallito”, come lo chiama lei, un’indecisione fronte-retro, un inciampo della mente che va dall’una all’altra frase senza riuscire a decidere quale sia la cosa giusta da dire. Ma funziona così, l’esistenza non è fatta di formule pulite, piuttosto è un rincorrersi di parole, un loro giocare a nascondino. Allora il poster non è “fallito”, è solo vero. E poi, fallire è in sé una rivolta di tenerezza, la più potente di tutte.n poche ore e con enorme naturalezza.

Testo di Benedetta Nucci

Agnese Spolverini