“Le cose che mi mancano di te” 

In poche ore e con enorme naturalezza, Sveva da forma alle quattro opere che compongono la capsule collection, quasi come se questo lavoro fosse nella sua mente in trepidante attesa di prendere vita. 

La leggerezza visiva è in realtà frutto di un elaborato ragionamento che Sveva fa sul suo essere artista.

Il suo è un lavoro che segue un duplice binario: da un lato, il titolo rimanda a un immaginario romantico, ingrediente importante nell’arte e nella vita di Sveva, dall’altra riporta delle citazioni di “Studio visit” un’opera audio del 2021 in cui ci racconta gli elementi e gli stati d’animo con cui solitamente lavora: a volte “audio”, a volte “tempo”, a volte “soglie” a volte “pianti e urla”. 

Dietro la brillantezza cromatica delle opere di questa capsule si nasconde una profonda riflessione sul lavoro dell’artista, sdrammatizzata da colori che la rendendo apprezzabile a chi le osserva pur non conoscendone i retroscena. 

Sveva con delle lettere di legno colorato cristallizza i temi del suo lavoro; il “te” del titolo, infatti, fa riferimento alla sua arte creando un dialogo immaginario e, allo stesso tempo romantico, tra lei e il ruolo di artista e portandola ad interrogarsi su cosa la rende tale. 

“Le cose che mi mancano di te” è un’ opera intima ma resa universale nel suo risultato formale, a dimostrazione del fatto che il lavoro dell’artista è, e deve essere, a 360º.

Testo di Maddalena Schiavini e Maddalena Gitti